
Nella partita giocata dai Celtics conto i Lakers lo scorso 8 febbraio, Kevin Garnett - grazie ai 15 punti rifilati ai gialloviola - è diventato il 16esimo giocatore della storia NBA a superare quota 25mila punti segnati. Il 36enne originario di Greenville, dopo 12 anni trascorsi a Minnesota con i Timberwolves, dal 2007 veste la canottiera di Boston con la quale ha giocato più di 300 partite. Per il momento un solo giocatore ancora in attività ha fatto meglio di lui: è Kobe Bryant (Lakers), da un paio di mesi oltre i 30mila punti realizzati.
Nel contesto delle Final Eight, lo scorso venerdì, è stato presentato "12/4=2", il libro-diario scritto da Alberto Mattioli sulla sua esperienza come Responsabile del Settore Squadre Nazionali maschili (Nazionale maggiore e Under 20) dal 1996 al 2008. In 270 pagine sono raccolti tabellini, immagini e alcuni retroscena di un periodo particolarmente fortunato della Nazionale Italiana di pallacanestro: quello in cui gli azzurri hanno conquistato un argento (1997), un oro (1999) e un bronzo (2003) agli Europei e, soprattutto, sono saliti sul secondo gradino del podio olimpico (2004). Ma in questi anni sono anche arrivate cocenti e inaspettate sconfitte sia in Europa sia nelle competizioni a carattere mondiale. A pagina 133, Mattioli annota anche la tappa monferrina della Nazionale allenata da Recalcati: «Ci raduniamo a Casale Monferrato, grazie alla grande ospitalità del Presidente Cerutti, con il problema delle cattive condizioni di Andrea Meneghin che fin dal primo allenamento non regge l'impegno». Nelle successive pagine compaiono poi anche i nomi di Matteo Formenti e Simone Pierich (convocati da juniorini in azzurro) oltre a quelli di tanti altri giocatori chiamati in Nazionale e che sono in qualche modo legati ai colori rossoblù: Esposito, Fantoni, Ghiacci, Malaventura, Masper, Rossetti. Nell'elenco di chi, negli anni, ha fatto parte dello staff tecnico della Nazionale c'è, ovviamente, anche Marco Crespi.
«Non bravo abbastanza»: è questa la definizione di 'NBA' secondo Daniel Hackett. L'esterno azzurro - premiato come miglior giocatore della Final Eight giocata al Forum di Milano - ha risposto con questa battuta alla domanda su un suo futuro oltreoceano. Poi Hackett ha precisato: «È come mettere una lepre davanti a un levriero: la lepre comincia a correre e il levriero la segue. Io devo correre per cercare di raggiungerla; poi magari non la raggiungerò e fra quattro anni mi troverò in B1 a giocare da quattro... Però voglio fare tutto quello che è nelle mie corde per poterla raggiungere. Mi diranno che non so tirar da tre, che non so palleggiare con la mano sinistra, che sono lento, che non so difendere... Però è un sogno, un'asprirazione». Ma c'è anche un altro azzurro nell'orbita NBA: negli ultimi giorni è circolata la notizia secondo la quale ci sarebbe un interessamento dei Celtics verso Gigi Datome. Per ora l'ala giallorossa dichiara che «non c’è nulla di concreto, nessun contatto reale. È un sogno e non voglio illudermi». Ma chissà, ogni tanto i sogni si avverano. E se dovessero essere quelli di Daniel e di Gigi non potremmo che essere contenti anche noi.
Nel contesto delle Final Eight, lo scorso venerdì, è stato presentato "12/4=2", il libro-diario scritto da Alberto Mattioli sulla sua esperienza come Responsabile del Settore Squadre Nazionali maschili (Nazionale maggiore e Under 20) dal 1996 al 2008. In 270 pagine sono raccolti tabellini, immagini e alcuni retroscena di un periodo particolarmente fortunato della Nazionale Italiana di pallacanestro: quello in cui gli azzurri hanno conquistato un argento (1997), un oro (1999) e un bronzo (2003) agli Europei e, soprattutto, sono saliti sul secondo gradino del podio olimpico (2004). Ma in questi anni sono anche arrivate cocenti e inaspettate sconfitte sia in Europa sia nelle competizioni a carattere mondiale. A pagina 133, Mattioli annota anche la tappa monferrina della Nazionale allenata da Recalcati: «Ci raduniamo a Casale Monferrato, grazie alla grande ospitalità del Presidente Cerutti, con il problema delle cattive condizioni di Andrea Meneghin che fin dal primo allenamento non regge l'impegno». Nelle successive pagine compaiono poi anche i nomi di Matteo Formenti e Simone Pierich (convocati da juniorini in azzurro) oltre a quelli di tanti altri giocatori chiamati in Nazionale e che sono in qualche modo legati ai colori rossoblù: Esposito, Fantoni, Ghiacci, Malaventura, Masper, Rossetti. Nell'elenco di chi, negli anni, ha fatto parte dello staff tecnico della Nazionale c'è, ovviamente, anche Marco Crespi.
«Non bravo abbastanza»: è questa la definizione di 'NBA' secondo Daniel Hackett. L'esterno azzurro - premiato come miglior giocatore della Final Eight giocata al Forum di Milano - ha risposto con questa battuta alla domanda su un suo futuro oltreoceano. Poi Hackett ha precisato: «È come mettere una lepre davanti a un levriero: la lepre comincia a correre e il levriero la segue. Io devo correre per cercare di raggiungerla; poi magari non la raggiungerò e fra quattro anni mi troverò in B1 a giocare da quattro... Però voglio fare tutto quello che è nelle mie corde per poterla raggiungere. Mi diranno che non so tirar da tre, che non so palleggiare con la mano sinistra, che sono lento, che non so difendere... Però è un sogno, un'asprirazione». Ma c'è anche un altro azzurro nell'orbita NBA: negli ultimi giorni è circolata la notizia secondo la quale ci sarebbe un interessamento dei Celtics verso Gigi Datome. Per ora l'ala giallorossa dichiara che «non c’è nulla di concreto, nessun contatto reale. È un sogno e non voglio illudermi». Ma chissà, ogni tanto i sogni si avverano. E se dovessero essere quelli di Daniel e di Gigi non potremmo che essere contenti anche noi.
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