mercoledì 9 maggio 2012

mercoledì 9 maggio 2012, 13:30
Conclusa la regular season e in attesa dell'inizio dei playoff scudetto, a tener banco in questi giorni sulle pagine di diversi quotidiani sono le notizie relative al futuro societario di numerose società che hanno militato nella Legabasket 2011/2012.
Dopo la retrocessione sul campo, Casale Monferrato sta aspettando - con un po' di preoccupazione - le parole del presidente Giancarlo Cerutti per capire quale sarà il proprio destino. «Questa settimana mi servirà per meditare» ha fatto sapere Cerutti domenica sera, nel dopogara di Novipiù-Scavolini Siviglia. In città si rincorrono le voci riguardanti nuovi assetti societari e nuovi staff tecnici ma al momento, senza le valutazioni del presidente rossoblù, rischiano di essere indiscrezioni premature.
Ma gli interrogativi maggiori interessano quelle realtà che sono riuscite a difendere sul campo la loro permanenza in Serie A. «Tante, troppe ombre si allungano sul futuro del campionato di LegaA. A parte Caserta, di cui sappiamo - scrive oggi il Corriere di Caserta -, ci sono i disimpegni di Toti a Roma e di Benetton a Treviso, le difficoltà di Avellino, Teramo e Montegranaro, quelle di Sassari a stento nascoste dai favolosi risultati della squadra, e l'ultimo "caso" a Venezia con la rottura tra tifosi e presidente, che minaccia di mollare tutto».
Cerchiamo allora di capirne di più, analizzando caso per caso. L'edizione di Napoli e Campania dell'odierna Gazzetta dello Sport riporta le dichiarazioni quasi di rassegnazione del presidente della Scandone Avellino, Giuseppe Sampietro: «Dopo 14 mesi purtroppo dobbiamo ammettere che la situazione non è positiva. Non ce la facciamo più, non possiamo affrontare il pagamento entro il 15 maggio delle tasse erariali e la ricapitalizzazione per fine mese». Anche l'edizione locale de Il Mattino in edicola oggi dedica un articolo alla situazione degli irpini. Categorico Giuseppe Sampietro: «Ci serve un milione subito per provvedere all'aumento di capitale. Tale somma non può venire fuori dalla sponsorizzazione. Il milione sarà utilizzato per pagare le tasse».
Poi c'è Teramo. Il presidente Lino Pellecchia sembra voler gettare la spungna, almeno secondo le parole pubblicate nell'edizione abruzzese de Il Tempo: «Onestamente non vedo futuro, so soltanto che io non posso andare avanti così, le mie forze non sono all'altezza di una gestione solitaria della società di Serie A. Sono stato solo finora, non posso continuare da solo. Così, con queste cifre, non è davvero possibile. Da solo non posso proprio andare avanti». Sempre secondo Il Tempo il totale tra stipendi e contributi ammonterebbe a 1.200.000 euro da pagare entro metà luglio ma con scadenze inderogabili fissate già per la prossima settimana. Mentre per Il Centro, quotidiano dell'Abruzzo, a Teramo «è iniziata a circolare con insistenza la voce di una possibile vendita del titolo».
A sostegno della Sutor Montegranaro «ormai pare scontato che il Consorzio nascerà, anche perché gli imprenditori che ad oggi hanno garantito l'impegno sono abituati ad agire con i fatti e non con le chiacchiere», almeno secondo quanto riporta oggi Il Messaggero, ma in che modo ciò accadrà è ancora prematuro dirlo. «Se ci fosse qualcuno interessato a prendere il mio posto, mi farei da parte senza problemi» dichiara, oggi, il presidente Tiziano Basso al Corriere Adriatico. Ma il presidente dei gialloblù, sempre attraverso il Corriere Adriatico, avverte: «Sono felice che l'imprenditoria locale stia adoperandosi per aiutarci e spero vivamente che tale progetto possa concretizzarsi. Considerando le varie scadenze burocratiche alle quali dovremmo far fronte già nei prossimi giorni, è necessario che questo sostegno venga messo a punto in tempi brevi».
A Treviso si guarda con ottimismo al futuro anche se si vive ancora «nell'attesa di buone nuove sul fronte dell'iscrizione alla prossima Serie A e sulla compagine azionaria del futuro» come segnala Il Gazzettino odierno. Dopo 30 anni di presenza nella pallacanestro trevigiana la Benetton si fa da parte passando il testimone al neonato Consorzio UniVerso Treviso.
Luigi Brugnaro, presidente della Reyer Venezia, ha rotto il silenzio stampa - imposto da domenica sera a se stesso e a tutti i componenti della società orogranata - sfogando la sua rabbia in un comunicato pubblicato ieri sul sito ufficiale della Reyer. «Qual è il motivo per cui un determinato ceto social-politico osteggia da sempre chi vuol portare avanti progetti sportivi di vertice per la città di Venezia? Perché ci sono alcuni individui che si professano sostenitori di questa squadra ma non appoggiano la società nelle sue battaglie?». Poi Brugnaro attacca: «È tempo che tutti reagiscano e si determini un cambio di rotta: l'intera città non può accettare di rimanere ostaggio del partito della critica continua e sterile. Tutti coloro che hanno a cuore la Venezia metropolitana e questa Reyer, stigmatizzino e prendano concretamente le distanze da quegli atteggiamenti evidentemente polemici e soprattutto provocatori». E infine il ringraziamento a «tutte le persone che in questi giorni gli stanno manifestando vicinanza e solidarietà» dimostrando di essere «veri sostenitori della città di Venezia e dei colori orogranata». Nel mirino di Brugnaro, quindi, non solo quei tifosi che a Ferrara hanno esposto lo striscione ("per la torcia degli ultra ennesima stangata... ma la rissa tra dirisenti sarà sanzionata?!?") ma un parte di città, il sistema socio-politico, che a sentire il presidente reyerino non remerebbe nella direzione da lui indicata.
C'è grande entusiasmo intorno alla Dinamo Sassari, anch'essa impegnata come Venezia nei palyoff; da tutta la Sardegna è partita la caccia al biglietto per assistere alle uscite casalinghe della squadra di Sacchetti contro Bologna. Rassicurante, per l'ambiente sassarese, ciò che scrive oggi L'Unione sarda: «il Banco sta bene, solo Sassari e l'isola dei canestri hanno la febbre alta. Febbre che crea dipendenza da basket. Ma tutti tranquilli: la Dinamo sarà in A anche la stagione prossima».
Chiudiamo con Roma. «Lascio il basket» ha confermato venerdì scorso il presidente Claudio Toti che ha aggiunto: «Non mi occuperò io di allestire la squadra, se non arriverà nessuno il titolo sportivo morirà a Roma», come riportato ieri dal giornale gratuito Leggo. La palla a spicchi, ora, sembra essere passata alla politica: ad occuparsi della faccenda sono l'attuale vicepresidente giallorosso Sergio D'Antoni e il Comune di Roma che, attraverso l'assessore allo sport, chiede una mano a Provincia e Regione.
Questa è dunque la situazione che accumuna diverse realtà, almeno per quanto riguarda le prospettive future legate alle più diverse cause e decisioni. Tutto fa pensare ad un'estate rovente e a match giocati non più sul parquet ma tra sedi societarie, Lega e banche. Vi terremo aggiornati.

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